

L'amore e il mare sono come due ingredienti in una pozione magica, una formula meravigliosa che regala forti emozioni... a tutte le età.


Gabriele d’Annunzio ebbe sempre una speciale predilezione per la sua terra natìa, l’Abruzzo, nonostante una vocazione vagabonda e avventuriera. Molte delle sue novelle, delle sue poesie, dei suoi testi teatrali hanno preso ispirazione da questa terra ‘selvaggia’, di montagne e di pastori, di colori e di sapori.
Tant’è che è difficile oggi stabilire quale sia il luogo ove meglio deporre una traccia che contenga alcuni aspetti del paesaggio a lui familiare. A Pescara, il luogo natìo, si visitano la casa e il Palazzo del governo, con la celebre tela di Francesco Michetti, raffigurante la Figlia di Jorio, personaggio di una opera teatrale. Sempre in città, ma in un contesto alterato dall’espansione edilizia, si ritrovano i lembi delle pinete e delle spiagge che furono i ricoveri dei pastori transumanti, a cui d’Annunzio dedicò la lirica Settembre. Ad Anversa degli Abruzzi, fra i monti della Marsica, è stato istituito il Parco letterario a lui dedicato. Qui le orride Gole del Sagittario fecero da fondale alla Fiaccola sotto il moggio, altra sua nota opera di teatro